Esperti svedesi ritengono che gli strumenti digitali possano compromettere l’apprendimento scolastico.
La Svezia inverte la marcia: la sua scuola sta favorendo il ritorno al libro stampato e alla scrittura manuale, e vuole ridimensionare la digitalizzazione dell’istruzione. Il ripristino delle modalità di apprendimento più tradizionali è stato caldeggiato dal ministro svedese per la Scuola, Lotta Edholm: “Gli studenti svedesi hanno bisogno di più libri di testo – ha spiegato –. I testi fisici sono importanti per l’apprendimento degli studenti”.
Il ministro aveva già annunciato, ad agosto, che il governo voleva annullare la decisione dell’Agenzia nazionale per l’istruzione di rendere obbligatori i dispositivi digitali nelle scuole materne. E che è prevista l’abolizione completa dell’apprendimento digitale per i bambini sotto i 6 anni.
Gli studenti svedesi della quarta elementare hanno un punteggio superiore alla media europea per quanto riguarda la capacità di lettura. Ma il Progress in International Reading Literacy Study (Pirls) ha evidenziato comunque un calo tra il 2016 e il 2021: se nel 2016 avevano ottenuto una media di 555 punti, nel 2021 il punteggio è sceso a 544.
Il peggioramento potrebbe essere il risultato della pandemia di coronavirus, ma anche una conseguenza dell’aumento degli studenti immigrati che non parlano svedese come prima lingua.
Ma gli esperti di apprendimento sostengono che un uso eccessivo degli schermi durante le lezioni scolastiche possa essere negativo.
“Esistono prove scientifiche evidenti del fatto che gli strumenti digitali compromettano anziché migliorare l’apprendimento – secondo il Karolinska Institute, una scuola svedese di medicina focalizzata sulla ricerca –. Crediamo che bisognerebbe focalizzarsi sull’acquisizione delle conoscenze attraverso libri di testo stampati e competenze degli insegnanti, piuttosto che attraverso fonti digitali liberamente disponibili di cui non è stata controllata l’accuratezza”.
D’altra parte, la rapida diffusione degli strumenti di apprendimento digitale preoccupa anche l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’istruzione e la cultura. Ad agosto, l’Unesco ha lanciato un «appello urgente per un uso appropriato della tecnologia nell’istruzione»: il rapporto dell’Agenzia esorta i Paesi ad accelerare le connessioni Internet nelle scuole, ma allo stesso tempo avverte che la tecnologia, nell’istruzione, dovrebbe essere implementata in modo tale da non sostituire mai la formazione in presenza e da sostenere l’obiettivo di un’istruzione di qualità per tutti.
Libri cartacei o digitali in Italia
Secondo un sondaggio de Il Libraccio, anche in Italia la spinta verso il digitale c’è, ma non troppo. Il 38,1% dei giovani sogna una scuola ibrida, che unisca l’apprendimento online e la presenza fisica. Il 58,1% preferisce l’impostazione tradizionale, che privilegi i rapporti umani. Un 3,8% immagina, invece, un apprendimento interamente digitale.
Il 55,2% è contrario alla possibile sostituzione dei libri con dispositivi digitali. Fra le motivazioni, anche il «richiamo profondo all’odore delle pagine in carta e alla connessione emotiva che solo i libri stampati possono evocare».
read on • Stampare magazine • n. 10 • 2023