Le fiere di settore, come mezzo di promozione commerciale, sono uno strumento antico. Sono sopravvissute all’ondata di modernità (la prima esposizione a Milano, si tenne ai Bastioni nel 1881). Neppure l’impatto devastante di internet su tutto il settore della comunicazione ha intaccato la validità delle fiere, che rimangono un momento insostituibile d’incontro, fra domanda e offerta.
Gli eventi organizzati a distanza (i cosiddetti webinar) attraverso la rete internet hanno dimostrato i limiti di questo strumento, che non può essere alternativo alle mostre dal vivo. Neppure la pandemia è riuscita a mettere fuori gioco le fiere; dopo due anni di chiusura delle rassegne, nonostante il covid non sia stato definitivamente sconfitto, è ripreso con successo lo svolgimento in presenza di Print4All.
In Europa e nel resto del mondo, le fiere hanno ripreso i loro calendari espositivi, e un po’ ovunque si svolgono regolarmente. Fra poco meno di due anni si dovrebbe tenere la Drupa, l’appuntamento che molti operatori commerciali attendono più di ogni altro, per incontrare una platea di visitatori molto ampia, proveniente dai cinque continenti.
L’edizione prevista per il 2020 fu annullata a causa della prima ondata della pandemia. Premessa la validità dello “strumento fiera” occorre chiedersi qual è il tipo di evento ideale: di quattro giorni come Print4All o la Drupa di undici (un arco ridotto rispetto ai 14 giorni delle passate manifestazioni)? È ben accetta la fiera generalista (dove c’è di tutto; stampa, cartotecnica, legatoria, etichette, linee di conversione e tanto altro ancora) oppure, bisognerebbe puntare su rassegne più specifiche, marcatamente specialiste? Nel 1990 anche la Drupa, di fronte ad un numero sempre maggiore di aspiranti espositori, aveva provato a varare la PaPro nel 1991. Ma la scelta fu di breve durata; nel 1994 si tornò alla “grande Drupa tradizionale” con 14 giorni di arco espositivo. Anche Labelexpo, nata come la fiera delle etichette, forte del successo, si è trasformata in una esposizione dove si trova tutto quanto può necessitare ad una industria di stampa.
Anche se sembra evidente la scelta degli organizzatori a favore delle manifestazioni dove confluiscono le varie branche del settore della stampa e del converting, rimane la constatazione che sono eventi un po’ dispersivi. Forse, bisognerebbe riconsiderare anche la validità di mostre specifiche, com’era Labelexpo alle origini: la fiera delle sole etichette.
Roberto Fronzuti
Not even the pandemic defeats the fairs
Trade fairs, as means of commercial promotion, are an ancient instrument. They survived the wave of modernity (the first exhibition was held in Milan at “Bastioni” in 1881).
Not even the devastating impact of internet on the whole sector of communication has affected the validity of fairs, that are a unique moment of encounter between demand and offer. The internet remotely organized events (the so-called webinar) have shown the limits of this instrument, that cannot be alternative to live exhibitions; after two years of closing, although COVID has not been definitely defeated, Print4All was held with success.
In Europe and in other worldwide countries the fairs have resumed their exhibition calendars and they take place almost everywhere regularly. In a little less than two years the Drupa should be held, the appointment that many commercial operators await more than any other to meet a very large audience of visitors from the five continents.
The edition foreseen for 2020 was cancelled because of the first wave of pandemic. Given the validity of the “fair tool” it is necessary to ask what the ideal type of event is: a four-day fair like Print4All or the eleven Drupa (shorter compared to the 14 days of past events)? Is the general trade fair (where there is everything: printing, paper converting, bookbinding labels, conversion lines and much more) accepted or should we focus on more specific markedly specialist exhibitions? In 1990 also Drupa, in front of an increasing number of aspiring exhibitors, had tried to launch PaPro in 1991. But the choice was short-lived; in 1994 they returned to the traditional Drupa with 14 days of exposition.
Also Labelexpo, born as a successful label fair, has been transformed into an exhibition where you can find everything a printing industry may need. Even if the choice of the organizers in favour of events where the various branches of the printing and converting sector converge seems evident, the fact remains that they are somewhat dispersive events. Perhaps the validity of specific fairs should also be reconsidered, as was Labelexpo at the beginning: the exhibition of labels only.
Roberto Fronzuti
read on • F&C magazine • n. 7/8 • 2022